martedì 20 gennaio 2015

L'ANTICO REGNO (2575-2134 a.C.)

Mènes o Nàmer, oltre che unificatore del regno, è anche il costruttore di una nuova grande città all'inizio del Delta, che i greci chiamano Menfi. Il nome egizio era Mennofrè ('la città di Mènes') o anche (dal suo santuario maggiore) Hut-Ka-Pta, 'dimora del Ka' (il 'doppio' della persona, che ne assicurava la sopravvivenza dopo la morte) 'di Pta' (il demiurgo, 'plasmatore della terra'). La parola greca Àigyptos, da cui il latino Aegyptus e l'italiano 'Egitto', non è che l'adattamento fonetico approssimativo del toponimo della città. Dalla III alla VI dinastia (2650-2150) Menfi è la nuova capitale. Da questo momento ha inizio il primo periodo dinastico chiamato Antico Regno.

LA PIRAMIDE DI SAQQUÀRA
Della grandezza di Menfi, uno dei più importanti centri dell'Egitto, oggi non restano che macerie. Ma a Saqquàra, la vicina necròpoli, la più vasta di tutto il paese, sorge la prima grande piramide in pietra [Fig. 27]. La piramide fu fatta costruire come sepolcro, per sé e per la sua famiglia, da Zòser, fondatore della III dinastia.

27. La piramide di Zòser; III dinastia; 2630-2611 a.C.; base m 121x109; alt. originaria m 60c.; alt. attuale m 58,8. Necròpoli di Saqquàra. 
Il progetto iniziale prevedeva una mastaba quadrata con i lati di m 63 e altezza di m 8. Si aggiunse poi un rivestimento dello spessore di m 4. Con ulteriori interventi si raggiunse infine la forma attuale a gradoni. Il sistema di costruzione è differenziato a seconda dei vari momenti. L'edificio è costituito da blocchi di calcare siliceo legati con malta, mentre il rivestimento era in pietra calcarea con uno spessore di m 1,6-2,5.
È attraverso la necròpoli che, principalmente, si può comprendere la mentalità, la cultura, la religiosità dell'antico Egitto, analogamente a quanto accadrà anche nella civiltà etrusca. Come per gli etruschi, anche per gli egizi la tomba è il luogo dove prosegue eternamente la vita di colui che vi è stato deposto. La sua mummia  e le sue statue garantivano al Ka la sopravvivenza. Il Ka, il 'doppio' del defunto, entrava e usciva da una falsa porta [Fig. 28], dove riceveva le offerte fresche recate sulla soglia per permettere il proprio sostentamento. Di qui la cura posta nella costruzione e nell'ornamentazione delle tombe, quelle reali in modo particolare.

28. Falsa porta con la statua del defunto e, in primo piano, la tavola delle offerte; V dinastia; 2465-2323 a.C. Necròpoli di Saqquàra, Mastaba di Ty. 
Esse si trovavano, tranne l'eccezione del periodo amarniano, sulla riva occidentale del Nilo, là dove si spegne la luce del sole, come si spegne la nostra vita, mentre la città dei vivi si trovava sulla riva orientale, dove rinasce ogni mattina il sole, come l'uomo che si rigenera perennemente di padre in figlio. La piramide di Zòser è la trasformazione delle più antiche tombe, a forma di parallelepipedo di mattoni con le pareti inclinate verso l'interno e la copertura piatta, dette comunemente mastabe, dall'analoga parola ('banco') con cui vennero designate dagli arabi. Al mattone qui si sostituisce la pietra [Figg. 29 e 30]. A una prima mastaba, alta soltanto 8 metri, se ne sovrapposero e se ne affiancarono altre fino a raggiungere i 60 metri di altezza. Ne è derivata un'imponente costruzione a gradoni, analoga alla zìggurat mesopotamica, antenata di tutte le piramidi successive.

29. Mastaba, disegno ricostruttivo, da Enciclopedia Treccani.
Approssimativamente al centro della costruzione, in un grande pozzo profondo 28 metri e largo 7, era il sepolcro reale. 

30. Schema delle successive fasi costruttive della piramide di Zòser, da Enciclopedia Treccani.
Sullo zoccolo di una statua di Zòser e all'interno della cinta muraria della piramide, vicino al colonnato di ingresso, è stato scoperto il nome dell'architetto: Imhòtep, visìr del re (capo di tutta l'amministrazione statale), gran sacerdote e medico, il cui nome, talmente famoso da essere divinizzato dai greci ed assimilato a quello di Esculapio, era già noto attraverso le memorie di Manetone che lo definisce 'inventore dell'arte di costruire la pietra tagliata'. La piramide si colloca all'interno del complesso funerario reale [Fig. 31], del quale esistono ancora notevoli resti: per esempio alcune colonne scanalate (Casa del sud, Tempio a tre colonne) [Fig. 32] che preannunciano quelle doriche - ma ben diverse nei rapporti proporzionali -; altre colonne a fascio [Fig. 33] (colonnati d'ingresso e Sala delle colonne), rastremate verso l'alto come fossero fasci di canne; il muro di cinta [Fig. 34].

31. Complesso funerario del re Zòser, da Enciclopedia Treccani.
32. Portale della 'Casa del sud'; III dinastia; 2630-2611 a.C. Necròpoli di Saqquàra, Complesso funerario del re Zòser. 
Le colonne, di cui questo è solo un esempio, raggiungevano originariamente l'altezza di m 12, mentre oggi non vanno oltre i m 3.
33. Sala delle colonne; III dinastia; 2630-2611 a.C. Necròpoli di Saqquàra, Complesso funerario del re Zòser. 
La Sala delle colonne si trova al termine del corridoio di accesso, a sua volta fiancheggiato da 40 colonne. Quelle della sala sono alte m 5 e sono unite a coppie da pilastri. Il diametro di base è di m 1, quello al vertice è di m 0,70.
34. Muro di cinta; III dinastia; 2630-2611 a.C. Necròpoli di Saqquàra, Complesso funerario del re Zòser. 
Il muro di cinta dell'intero complesso funerario (m 544x277), alto circa 10 metri, è costituito da un paramento di pietra calcarea a grana fine, mosso da sporgenze e rientranze e da alte lesene. In esso si inseriscono 14 false porte in pietra. Tutto è stato molto restaurato.
Nel serdab, una specie di camera chiusa, era la statua di Zòser, che, attraverso due fori praticati nella parete, poteva vedere la stella polare e le costellazioni intramontabili, meta del suo viaggio nell'aldilà [Fig. 35]. Oggi la statua ha perduto il colore originario, ha perduto la pròtesi degli occhi in cristallo di rocca, ma conserva la sua maestà. Il sovrano è seduto sul trono in maniera indissolubile, così da costituire un'unica, solida base a parallelepipedo, dalla quale si erge il busto, rigidamente frontale, l'occhio vigile e acuto, una mano sul petto, l'altra in riposo sulle gambe: pochi volumi squadrati che rendono il senso della potenza sovrana.

35. Statua del re Zòser; III dinastia; 2630-2611 a.C.; calcare siliceo; grandezza naturale. Il Cairo, Museo Egizio. 
La statua era dipinta con le parti nude color rossiccio, usuale nelle rappresentazzioni di figure maschili. Nel museo del Cairo è conservato anche lo zoccolo di una statua di Zòser contenente il nome e i titoli dell'architetto, visìr, medico di corte, Imhòtep.











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