L'età che segue il pleistocene, detta 'olocene' (dal greco hòlos, "tutto", "completo", e kainòs, "recente" o "attuale") è l'ultima del 'quaternario', durante il quale vive l'homo sapiens sapiens. Al lungo periodo di nomadismo segue una nuova era di stabilità, dovuta forse anche all'addolcimento del clima: l'uomo si è reso conto della possibilità di addomesticare gli animali e di farli riprodurre in cattività e ha scoperto l'agricoltura, così da assicurarsi il cibo futuro, oltre a quello presente. Con il mesolìtico e il neolìtico, viene perciò a cessare la funzione propiziatoria dell'immagine della preda. Ad essa si sostituiscono gradualmente figure schematiche. Non più arte naturalistica e magica, dunque, ma soltanto simbolica, nel tentativo di rendere attraverso la semplificazione dei segni, l'idea di uomini e animali. Al tempo stesso si comincia a modellare la morbida argilla umida, decorandola con disegni astratti, solidificandola mediante la cottura in forno e creando così i contenitori necessari all'uso domestico. Accanto a vasi realizzati nell'Europa meridionale, sono eleganti in modo particolare alcuni della penisola scandinava, per la perfetta coincidenza fra la forma dell'oggetto e la trama decorativa [Fig. 13].
È soprattutto con l'età in cui all'uso della pietra si aggiunge quello del bronzo, detta 'eneolìtica' (dal latino aenèus, "bronzo", e dal greco lithikòs derivato da lìthos, "pietra"), che le pitture rupestri divengono sempre più schematiche e allusive, sempre più concettuali: non dunque infantili, come può sembrare, ma piuttosto dettate dalla ragione per essere comprese da un'altra ragione. È ciò che accade, per esempio, sulle pareti del Monte Bego (nelle Alpi Marittime) e in Val Camonica [Fig. 14].
Sul Bego si trovano più di 40.000 incisioni che, oltre ad armi, rappresentano strumenti e animali della civiltà agricola (utensili vari, aratri, bovidi) lungo un periodo che va dall'eneolitico all'età del ferro. Anche in Val Camonica (la maggiore delle valli bresciane, percorsa dall'Oglio) si trovano innumerevoli figure (circa 200.000), composte in un arco di tempo di 8.000 anni (fino all'età del ferro, intorno al 1000 a.C.), spesso sovrapposte, ma per lo più collocate l'una in relazione all'altra [Fig. 15], come seguendo il filo logico di una storia, di un rito religioso, di scene di caccia e di lotta, quasi, per spiegarsi più chiaramente con un'analogia, come se fossero parole unite insieme per costruire un discorso. Questo può giustificare gli schematismi razionali cui abbiamo fatto cenno: ogni immagine è come un 'ideogramma', un simbolo grafico che rappresenta l'idea dell'oggetto, non l'oggetto stesso.
In questo lungo periodo si sono avuti cambiamenti di concezione e di stile che sarebbe troppo lungo elencare. Basterà averne visto qualche esempio rendendosi anche conto della tecnica usata: oltre che col graffito, la maggioranza delle incisioni sono state eseguite con la 'martellina', determinando quell'effetto di rilievo continuamente punteggiato che conferisce tanta vivezza alle immagini [Fig. 16].
A questa età più tarda appartengono anche le costruzioni megalitiche che si trovano un po' ovunque nell'Europa occidentale, costituite da grandi blocchi di pietra (detti 'megaliti', dal greco mègas, "grande" e lìthos, "pietra"). Ad esse si danno i nomi di menhir, dolmen e cromlech. I menhir (dal bretone men, "pietra", e hir, "lunga") sono costituiti da un unico blocco [Fig. 17] infitto verticalmente in terra, con scopo funerario, come steli, come segni cioè indicativi del luogo tombale, ricordo visibile di chi vi è stato sepolto: talvolta infatti (nella Francia meridionale e in Corsica) possono avere anche volto umano, con riferimento terreno di chi non è più.
I cromlech (dal bretone crom, "rotondo", e lech, "pietra") sono costruzioni circolari [Fig. 19] formate da pietre infitte verticalmente, diffuse in molti paesi dell'Europa occidentale e dell'Africa settentrionale. Si ritengono luoghi religiosi legati al culto del sole. Mentre nell'ambiente paleolìtico non sembra che vi fossero rappresentazioni di astri o comunque un interesse per le eventuali influenze delle stelle sulla vita umana, più tardi, acquisita una coscienza religiosa, si cominciano a trovare raffigurazioni di schemi solari o stellari, formati da un cerchio, contornato da raggi, talvolta racchiusi da un altro cerchio. Il sole appare fin da questo momento elemento determinante, regolatore dei cicli del giorno e della notte e di quelli stagionali, creatore della vita. Probabilmente la forma dei cromlech esprime il simbolo del sole. Fra i più famosi è quello di Stonehenge in Gran Bretagna, nella pianura di Salisbury. Cosrtuito e ricostruito più volte fra il 2200 e il 1300 circa a.C., è formato da due cerchi concentrici di enormi pietre verticali, collegate a due a due da blocchi sovrapposti orizzontalmente con al centro una pietra-altare. Il cromlech di Stonehenge, pur essendo ormai un rudere, conserva una eccezionale grandiosità, che suscita, ancora oggi, un senso di maestà religiosa.
Con l'età del bronzo, in alcune regioni, siamo giunti al termine della preistoria. Ma già da qualche millennio esistono le prime grandi civiltà preistoriche o storiche nell'area del Mediterraneo orientale, prime fra tutte quella egizia e mesopotamica.
18. Dolmen; neolìtico. Bisceglie (Bari). Il dolmen, uno dei maggiori conosciuti, si trova in località Chianca a 17 chilometri di distanza dalla cittadina pugliese di Bisceglie. |
22. Trulli; veduta esterna, particolare della volta interna e schema della tecnica costruttiva. Alberobello (Bari). |
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